Ridotto alla sua nuda essenza, l’abbandono è l’arte che ha per oggetto il rifiuto della bellezza insita nell’imperfezione e nella profondità della natura, nel ciclo ininterrotto del tempo, dalla nascita al decadimento e quindi all’estinzione. Così nasce il lago delle bambole suicide, lontano dalla perfezione e strettamente legato all’eclisse della razionalità.
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