Non riesco ad immaginarla diversamente, un cubo bianco, vuoto, accessibile…forse è proprio questo l’errore.
Accessibile è una parola che andrebbe eliminata dal vocabolario, perché le idee si insinuano, prendono posto, si fissano e non vogliono più andarsene.
Così il cubo non è più bianco, non è più vuoto, non è più mio.
Germogliano semi infetti ed io li trasporto, veicolo consapevole di un vizio di forma.
Evidente alterazione di un sobrio pensiero, la mia scatola diventa lo specchio di ciò che mi circonda, la mia scatola è il mio piccolo mondo,
non è più bianca, non è più vuota…non è più mia.