vid’io uno scaleo eretto in suso
tanto, che nol seguiva la mia luce.
Vidi anche per li gradi scender giuso
tali splendor, ch’io pensai ch’ogni lume
che par nel ciel fosse diffuso
(Paradiso, XXI, 28-34)
Nella camera dell’Areopago si trova al centro del Tempio una doppia scala, a libretto, la Scala Misteriosa, composta da sette gradini per lato. I gradini ascendenti portano i nomi delle sette arti liberali ovvero, dal basso verso l’alto: Grammatica, Retorica, Logica, Aritmetica, Geometria, Musica e Astronomia; sul versante discendente i gradini portano dall’alto verso il basso i nomi di Prudenza (Discrezione), Impegno, Lavoro, Fede, Dolcezza, Purezza e Giustizia.
Lungi dall’essere un elemento simbolico accessorio, la Scala assume un valore ed un significato centrale nella ritualità del grado, rappresentando da un lato una ricapitolazione del cammino iniziatico, e dall’altro prefigurando l’accesso ai Misteri Maggiori.
La scala è in tutte le Tradizioni regolari segno e simbolo per eccellenza delle relazioni e dei percorsi che intercorrono tra cielo e terra, intendendo in prima istanza con tale dizione i diversi stati che l’essere si trova a percorrere nel corso del proprio divenire e, principalmente, durante il cammino di realizzazione iniziatica.
In tal senso il simbolismo della scala si applica tanto al dominio dell’essoterismo (prova ne siano le frequentissime e ricorrenti utilizzazioni che ne fanno i Padri della Chiesa) quanto a quello dell’esoterismo e, in quest’ambito, a domini distinti.
In tutte queste situazioni emerge con nitidezza l’idea di un contatto primordiale tra cielo e terra,successivamente spezzato e mantenuto solo per il tramite di una scala la cui natura, rileva non già dell’umano, bensì del sacro.