Chiamatemi Polaroider.

 

Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente  avendo pochi o troppi pixel  tra le mani e nulla di particolare che mi interessasse nei sensori  CCD o CMOS, pensai di darmi alla fotografia integrale e vedere la parte istantanea del mondo. 

 

E’ un modo che io ho di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione.

 

Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende un maggio umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi a fotografare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto a scattare istantanee.

 

Non c’è nulla di sorprendente in questo.

Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso la fotografia. 

Call me polaroider

 

Some years ago — never mind how long precisely  having little or no pixel in my purse, and nothing particular to interest me on CCD o CMOS sensors, I thought I would dedicate myself to the integral films and see the instantaneous part of the world.

 

It is a way I have of driving off the spleen and regulating the circulation.

 

Whenever I find myself growing grim about the mouth; whenever it is a damp, drizzly November in my soul; whenever I find myself involuntarily pausing before coffin warehouses, and bringing up the rear of every funeral I meet; and especially whenever my hypos get such an upper hand of me, that it requires a strong moral principle to prevent me from deliberately stepping into the street, and methodically knocking people’s hats off—then, I account it high time to photograph as soon as I can. 

 

This is my substitute for pistol and ball. With a philosophical flourish Cato throws himself upon his sword ; I quietly start to shoot instant photos.

 

There is nothing surprising in this. If they but knew it, almost all men in their degree, some time or other, cherish very nearly the same feelings towards the photography with me.


MY INSTANT LIFE


A l a n   M a r c h e s e l l i   -  V i a   M a n t o v a    6 6  -   4 1 0 4 9   S a s s u o l o   ( M O )   C o  d . f i s c . :   M R C  L N A 7 1 S 2 3 I 4 6 2 I   -   P  . I . V . A . :   I T 0 3 8 4 8 2 1  0 3 6 9 -   T e l .  3 3 5 7 8 4 0 7 0 5